lunedì 30 maggio 2011

Vetro amico della salute

L'Italia è il paese europeo che ricicla più vetro e i consumatori vorrebbero che un numero maggiore di alimenti fosse confezionato con questo materiale, considerato più "sano" ed ecologico. Presto un nuovo impianto a Frosinone per il trattamento del rottame proveniente dal riciclaggio

di MONICA RUBINO

Naturale, puro e sicuro. Una barriera perfetta per la conservazione di qualsiasi prodotto, dagli alimenti alle bevande, ma anche farmaci e cosmetici. E' il vetro, il materiale preferito dai consumatori italiani (sei su dieci lo comprano, secondo dati Assovetro) ed europei, che lo associano a uno stile di vita sano e sostenibile secondo un sondaggio condotto dalla Feve, la Federazione europea dei produttori di contenitori in vetro. E anche la Commissione europea, dopo la messa al bando dei biberon in plastica (policarbonato) contenenti Bisfenolo A, ha raccomandato ai genitori di preferire bottigline di vetro in quanto "più sicure per la salute umana". La direttiva europea del 28 gennaio 2011, infatti, ha bloccato la produzione di biberon in policarbonato dal 1° marzo, mentre dal 1°giugno scatta il divieto di commercializzazione e importazione in tutti i paesi dell'Ue.


Il sondaggio. Quasi tre quarti dei consumatori europei (74%) preferiscono il vetro come materiale da imballaggio per cibi e bevande per diverse ragioni, tra cui la conservazione del gusto (54%), la salute e la sicurezza (48%) e il rispetto dell'ambiente (43%). E' il risultato di una ricerca condotta dalla società indipendente In Sites Consulting per conto delle Feve in 17 paesi europei su un campione di età compresa tra i 18 e 55 anni. Secondo lo studio, il vetro vince anche il trofeo dei materiali più riciclati: 80,1% in Europa e addirittura 86,3% in Italia. Inoltre i consumatori desiderano più vetro di quanto sia disponibile sugli scaffali. Lo studio dimostra, infatti, che mentre per alcune categorie, come vino o bevande alcoliche, il mercato della domanda e quello dell'offerta sono in sintonia, non è lo stesso per altri settori. Per l'acqua, il 39% dei consumatori preferirebbe acque minerali in vetro, per mantenerne più a lungo intatta la purezza. Il 40% vorrebbe in vetro i succhi di frutta mentre per le bevande analcoliche la percentuale è del 37%, per il latte del 39% e per lo yogurt del 35%. E' chiaro che per la grande distribuzione è più comodo maneggiare prodotti contenuti nella plastica, più leggera e infrangibile. Ma è proprio vero che il vetro sia così pesante e fragile?

Caratteristiche del vetro. "In realtà, ha la stessa densità dell'alluminio, classificato come metallo leggero - spiega Luciano Piergiovanni, professore del Dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari dell'Università di Milano - Negli ultimi 30-40 anni il peso dei contenitori in vetro è diminuito di molte decine di grammi ed è stato al tempo stesso irrobustito. Il vetro si rompe ancora, certo, ma fragilità non vuol dire debolezza: la rottura, infatti, avviene sotto carichi molto alti". Tra tutti i materiali di imballaggio, è sicuramente il più antico (si ritiene che il suo impiego risalga ad almeno 5mila anni fa, ad opera dei Fenici) e ha tre caratteristiche fondamentali che lo rendono sicuro per alimenti e farmaci: "L'inerzia fisica - continua Piergiovanni - ossia l'assoluta barriera che il vetro oppone al passaggio di gas o vapori e l'impossibilità di fenomeni di 'migrazione' di sostanze nell'alimento; l'inerzia chimica, ossia l'assenza di reazioni chimiche nel contatto tra contenitore e contenuto; infine la trasparenza alla luce visibile, che permette di controllare direttamente lo stato del contenuto, ma che è combinata a una forte impenetrabilità da parte delle radiazioni ultraviolette, le più pericolose per gli alimenti".

Le buone pratiche. A salvaguardia della sicurezza dei consumatori Assovetro, l'associazione italiana dei produttori, ha redatto assieme all'Istituto Superiore di Sanità (Iss) le linee guida per la buona fabbricazione e la tracciabilità dei contenitori. Il controllo della filiera produttiva è facilitato anche dal fatto che le vetrerie industriali (GUARDA L'INTERATTIVO 1) rappresentano un caso, quasi unico, di aziende che nella stessa unità produttiva fabbricano sia il materiale che il contenitore finito, spesso già etichettato e pronto per l'uso, come abbiamo potuto vedere alla Bormioli Rocco di Bergantino in Veneto (GUARDA IL VIDEO 2), senza nessuna lavorazione transitoria tra materie prime e prodotto finale. Tra i settori che nel 2010 hanno "tirato" maggiormente c'è quello dei flaconi per l'industria farmaceutica e cosmetica, che ha registrato un incremento nella produzione dell'11,8% rispetto al 2009. Nel complesso lo scorso anno è stato positivo per il vetro, con una produzione generale pari a più di 3 milioni e 650mila tonnellate (+5,43% rispetto al 2009).

La possibilità del vetro di poter essere riciclato all'infinito senza perdere le sue proprietà originali ha spinto Assovetro a puntare più decisamente sul riuso del rottame proveniente dalla raccolta differenziata, al punto da investire in un nuovo grande impianto di trattamento nel Centro-Sud: "Sorgerà in provincia di Frosinone - annuncia Antonio Lui, presidente della sezione Vetro cavo di Assovetro - e potrà trattare 200mila tonnellate di vetro proveniente da riciclo all'anno. Entrerà in produzione a metà del 2012".
La Repullica (30 maggio 2011)

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