da Il Mattino 4 maggio 2011
«È illegale: una vergogna per l’Italia e l’Europa. Coloro che hanno realizzato e permesso questo disastro dovrebbero essere rinchiusi in una prigione». Paul Connett non usa mezzi termini nel corso della visita alla Cava Sari di Terzigno. Ieri mattina, l’ideatore della strategia Rifiuti Zero, ha varcato i cancelli militarizzati che conducono all’invaso realizzato nell’area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio, accompagnato da una delegazione di cittadini intenzionati a promuovere un ciclo dei rifiuti virtuoso che faccia a meno di discariche e inceneritori, da avviare appena il sito di Pozzelle sarà esausto. Il tour comincia dai giganteschi silos che raccolgono gas e liquidi rilasciati dai rifiuti, il cui funzionamento viene prontamente illustrato da Paolo Persico della Sapna, e termina al sito vero e proprio, la concavità che si apre come una ferita tra distese di pini marittimi e cespugli di ginestre. «È terribile quello che vedo qui a Napoli - dice il professore della St.Lawrence University di New York e consulente sui rifiuti nella commissione sulla sostenibilità dell’Onu - la legge italiana non può essere superiore a quella dell’Europa. A questo punto l’Italia esca dall’Europa». Ai giudizi che suonano come sentenze va ad aggiungersi la provocazione lanciata ai governanti, stimolando le popolazioni vesuviane a fortificare l’adesione al protocollo Connett Zero Waste che sarà approfondito attraverso le conferenze previste questa mattina a San Sebastiano al Vesuvio, presso la sede della Comunità del Parco, e stasera a Portici, alla Chiesa del Carmine. «Bisogna puntare a un’impeccabile raccolta differenziata completata dal compostaggio - dice Connett, andando al nocciolo della sua strategia - vi sono tante campagne ai piedi del vulcano, vedo, che potrebbero usufruire delle preziose sostanze organiche del compost per divenire ancora più fertili». Un’utopia possibile (a San Francisco i rifiuti sono ridotti al 75 percento nel 2010, rifiuti zero è l’obiettivo per il 2020) secondo l’attivista Franco Matrone, portavoce della Rete dei Comitati: «È necessario il confronto tra comuni virtuosi, cittadinanza attiva e imprenditori responsabili per unificare gli sforzi tesi a liberare il Parco del Vesuvio dalle discariche, provvedere alla necessaria bonifica dell'intero territorio e avviare il tanto sospirato rilancio turistico ed economico dell’area - prosegue Matrone - a questo scopo il dialogo con Connett rappresenta un momento formativo per le potenzialità di una comunità che non vuole rassegnarsi all'immane tragedia ambientale di cui è vittima». Lo squarcio ai piedi del Vesuvio non offende solo la vista ma entra nelle narici e vi resta anche alcune ore dopo aver lasciato Cava Sari. È lo stesso odore nauseabondo che attira le migliaia di gabbiani arrivati dall’area costiera e volano sui cumuli mentre le ruspe spargono le tonnellate di rifiuti conferite la notte prima. Una circostanza preoccupante, anche perché nella valutazione d’incidenza del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania (redatta dal Centro di ricerca interuniversitario Biodiversità, fitosociologia ed ecologia del paesaggio, coordinato dal professore Carlo Blasi dell’università La Sapienza di Roma), veniva specificato alla futura gestione dei siti di adottare alcuni specifici accorgimenti per evitare l’arrivo dei gabbiani. In questa evenienza sarebbero dovuti entrare in funzione strumenti di monitoraggio e dissuasione per evitare la diffusione di agenti patogeni.
Mirella D'Ambrosio
giovedì 5 maggio 2011
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