venerdì 13 maggio 2011

Disastro rifiuti, ecco i colpevoli

Francesco Iacotucci (Terra Napoli)


CRISI. Regione Campania e Provincia di Napoli avrebbero dovuto individuare i siti dove scaricare. Impegno del tutto disatteso.

«Se devi nascondere una bugia riuscita male dinne una più grossa». Questo deve avere pensato Berlusconi quando ha capito che aver mandato i soldati a raccogliere i rifiuti era stata una mossa boomerang che ha solo evidenziato ulteriormente la mancata progettualità di Regione e Provincia di questi mesi. Allora ecco che, senza ormai alcun pudore, Berlusconi dichiara che «i rifiuti sono tornati di nuovo accatastati per colpa dei pm di Napoli che hanno chiuso due discariche», aggiungendo poi che «io i rifiuti li porterei da loro in Procura». Ma vediamo di fare un po’ di ordine. In Campania sono attive 5 discariche: di queste, l’unica che serve la città di Napoli è Chiaiano che, essendo prossima alla saturazione può ricevere sempre meno rifiuti. In quest’invaso sono in corso degli accertamenti sullo stato dell’impermeabilizzazione, per cui una parte della discarica è stata posta sotto sequestro, riducendo la possibilità giornaliera di smaltimento.

La discarica di Terzigno, che, secondo il decreto emenato dal governo può essere usata solo dai comuni vesuviani, non ha mai interrotto il suo funzionamento anche se sono in corso delle verifiche per la presenza di percolato nelle falde vicine all’invaso. L’azione della magistratura non c’entra quindi nulla con l’emergenza di questi mesi: i veri responsabili sono, in ordine di tempo, il governo, la Provincia di Napoli ed infine la Regione Campania, rei di non aver individuato per tempo i siti necessari allo smaltimento dei rifiuti campani. Eppure la necessità di nuovi siti da destinare a discarica era nota da tempo: le discariche attualmente attive facevano parte di una lista più lunga di siti contenuta nel decreto 90 del maggio del 2008, dove comparivano i siti di Andretta, Cava Vitiello, cava Mastroianni, Valle della Masseria e Andretta. Questi sono, appunto, i siti che nel corso del 2010 e 2011 dovevano essere attivati per sostituire quelli in saturazione. Ma queste localizzazioni sono state cancellate dal governo con il decreto legge 1 del 24 gennaio 2011, che ha demandato il compito dell’individuazione di tali siti alla Provincia di Napoli ed al commissario straordinario nominato dal presidente della Regione Campania.
In particolare in una riunione del 4 gennaio la Provincia di Napoli si era impegnata ad individuare il sito o i siti atti ad accogliere un milione di tonnellate di rifiuti, impegno per ora totalmente disatteso. Il commissario straordinario, il Viceprefetto Annunziato Vardè, è stato nominato da Caldoro solo il 6 aprile 2011, ed anche lui non ha ancora preso decisioni in merito. Ciò che veramente ci vorrebbe oggi è l’istituzione di un tavolo permanente Regione-Province allo scopo di individuare non solo i possibili siti da usare come discarica, ma soprattutto il rilancio di soluzioni strutturali in grado di rendere virtuoso il ciclo dei rifiuti. Se non ci saranno inversioni di rotta, per Napoli e la Campania s’annuncia un’estate di ulteriori ed aggravati problemi.

Nessun commento: