lunedì 16 maggio 2011

Termovalorizzatore, ricorso Asìa

Esposto dell'azienda: bando contraddittorio e opaco

di CRISTINA ZAGARIA
Nuova guerra Comune-Regione sui rifiuti. Asìa lo aveva annunciato. E ora presenta un esposto contro la concessione per vent’anni ai privati del termovalorizzatore. «Il bando del commissario delegato regionale è contraddittorio e opaco in ogni sua parte» scrive il legale di Asìa, Orazio Abbamonte. E l’azienda di igiene pubblica sottolinea «il costo esorbitante dell’opera che non trova riscontro nelle attuali condizioni di mercato e l’incredibile tariffa che dovrà pagare il Comune di Napoli per smaltire i rifiuti in casa propria». Asìa mette a confronto il costo del termovalorizzatore di Torino con quello di Napoli: « A Torino l’impianto costerà 249 milioni di euro mentre a Napoli 386. E tra l’altro Napoli dovrà pagare al gestore dell’impianto una tariffa di 93 euro per tonnellata di rifiuti da smaltire».

Ma la Regione non incassa il colpo in silenzio, e ribatte: Asìa partecipi alla gara. «L’impianto di Napoli Est sorgerà su area di proprietà della Regione — ribatte in una nota che arriva in serata il commissario — e non della città capoluogo. Sono comunque previste compensazioni per il Comune. Alla gara, il cui bando è già pubblicato sul Bollettino Ue, possono partecipare tutti i soggetti che hanno le caratteristiche previste dalla legge, compresa Asìa». E su costi e introiti, il commissario precisa: «A monte dei ricavi previsti è necessario effettuare un investimento (quasi 400 milioni di euro, più spese di gestione per 30 milioni l’anno). La tariffa di conferimento dei rifiuti è un elemento posto a base di gara per l’aggiudicazione della realizzazione del termovalorizzatore. Le ditte partecipanti devono proporre un ribasso a tale tariffa».
L’impianto, comunque «non servirà solo la città di Napoli ma il territorio dell’intera Regione».
Ma, la storia del termovalorizzatore è simile al gioco dell’oca. Secondo il percorso concordato con il governo il 13 febbraio 2009 «il termovalorizzatore di Napoli doveva essere costruito e gestito dall’Asìa in società con un partner industriale individuato con gara». In quell’accordo era previsto che la disponibilità del terreno su cui costruire l’impianto e di proprietà della Regione, doveva essere acquisita dal sottosegretario che l’avrebbe poi consegnata ad Asìa. Il sottosegretario non ha mai acquisito le aree e la Regione ne ha deliberato la concessione al Comune solo il 4 agosto 2010 subordinando, però, l’efficacia della delibera alla firma di un Protocollo di Intesa tra Regione, Provincia e Comune.
Il protocollo istituzionale è stato siglato il 22 novembre 2010, ma il 26 novembre 2010 il governo (con il decreto legislativo196/10), ha decretato la nomina da parte della Regione di un commissario delegato cui affidare il procedimento amministrativo per la realizzazione del termovalorizzatore, che ha scelto un’altra strada: una concessione a privati per 20 anni, presenta un Van (valore attualizzato netto) di circa un miliardo di euro.
Intanto mentre l’ufficio Flussi si impunta sull’assenza dei mezzi Asìa allo Stir di Giugliano tra le 23 e le 24 di venerdì notte, con il mancato conferimento di 100 tonnellate, in strada rimangono tra le 1500 e le 2000 tonnellate e continuano i roghi, solo nell’ultima notte, 40 (soprattutto a Ponticelli e nel centro storico) nonostante le autorità sanitarie abbiano più volte lanciato l’allarme diossina a causa delle esalazioni che provengono dai rifiuti dati alle fiamme. In grave sofferenza Fuorigrotta, Ponticelli e il centro storico, ma cumuli di immondizia e i residui degli incendi costellano anche la City, via Marina, via Foria.
(15 maggio 2011)

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