lunedì 23 maggio 2011

Rifiuti e inquinamento ambientale in Campania: né moderati né radicali

Soprattutto negli ultimi 6 anni l’individuazione di siti in cui realizzare discariche e impianti fatta d’imperio, dall’alto dei poteri speciali governativi (ad esempio l’ubicazione dell’inceneritore di Acerra fatta con Ordinanza di Protezione Civile dal Presidente del Consiglio Berlusconi) o commissariali prima e del sottosegretario Bertolaso dal 2008, ha sollevato perplessità circa l’idoneità ambientale dei luoghi (molto spesso non idonei in base alle leggi ordinarie emanate dal Parlamento Italiano) e le proteste dei cittadini che abitavano sul territorio. L’individuazione dei siti è sempre avvenuta al di fuori di un quadro conoscitivo delle caratteristiche geologiche, ambientali, produttive ed economiche dell’intera Regione Campania senza una valutazione tecnico-scientifica trasparente che vedesse coinvolte le istituzioni locali. Gran parte dei mass media ha diffuso una informazione deviante circa i reali motivi delle proteste dei cittadini che spesso sono stati fatti apparire come appartenenti a “movimenti radicali” portatori di idee estremiste. Chi non partecipava alle proteste, specialmente i cittadini non interessati direttamente dalla realizzazione di impianti tra i quali la maggioranza dei cittadini abitanti nei più popolosi centri abitati, è stato qualificato come moderato. Questi ultimi che sono “stati a guardare” assistendo agli avvenimenti dello scandalo rifiuti hanno talvolta individuato nei movimenti radicali la responsabilità dei continui aggravamenti della situazione ambientale e sanitaria: in pratica era colpa delle loro posizioni estremiste se diversi personaggi dei vari Commissari Governativi con poteri speciali per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania commettevano reati ambientali, come spesso ha appurato la Magistratura. Schematizzando la posizione dei moderati, la colpa non era di coloro che “delinquevano” ma di coloro che denunciavano i reati. Così sono trascorsi gli ultimi sei anni di “impero dell’immondizia e del fuoco” che ci hanno traghettato nell’emergenza attuale che è destinata ad aggravarsi ancora nei prossimi mesi.


E’ inutile sottolineare che le tematiche ambientali interessano tutti i cittadini e devono essere affrontate, studiate e comprese con rigore scientifico per giungere ad una conoscenza “trasparente, non mediata” che deve rappresentare la base su cui fondare linee di intervento tese a garantire la salute dei cittadini, la conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e naturali autoctone di importanza strategica per coloro che vivono attualmente e che vivranno nel prossimo futuro. Sulla conoscenza scientifica non manipolata si possono basare linee di intervento differenti che comunque devono sempre avere come fine la difesa dell’ambiente e della salute nel rispetto (controllato e certificato da istituzioni autorevoli e credibili) anche dello statuto regionale. Non si può negare che organizzazioni che si definiscono ambientaliste usano e hanno usato la difesa dell’ambiente per avversare vari tipi di interventi, spesso senza conoscenze scientifiche adeguate per comprendere le reali implicazioni sull’ambiente stesso. Va anche detto che a volte gruppi ambientalisti svolgono un ruolo politico o di supporto a partiti politici assumendo atteggiamenti e posizioni contraddittorie in relazioni a mutevoli interessi di gruppo o di lobbies che niente hanno a che vedere con la difesa e valorizzazione dell’ambiente e della salute. Ricordo, ad esempio, quanto accaduto a Serre (provincia di Salerno) nel 2007 quando il Ministro dell’Ambiente si schierò con i cittadini per non fare realizzare una discarica a Valle della Masseria in un sito improponibile ambientalmente in quanto incombente sulle acque del fiume Sele che alimentano tutta l’irrigazione della pianura da Salerno ad Agropoli con un prelievo di circa 250 milioni di metri cubi di acqua. Disinvoltamente, però, il ministro fece spostare la discarica di qualche chilometro più a monte sempre in un sito incombente sulle stesse acque del fiume Sele; dal punto di vista della difesa delle acque e dell’economia agricola non cambiò niente mentre cambiò la gestione dell’appalto che, in sostanza, passò dalla Protezione Civile al Ministero dell’Ambiente. Un argomento di importanza strategica da approfondire in maniera scientifica e trasparente è quello incentrato sulle relazioni tra “Tematiche Ambientali che interessano la salute e la tutela delle risorse naturali di importanza strategica” e cittadini “radicali” e “moderati”. Si deve sempre tenere presente che la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali di importanza strategica (acqua, aria, suolo) deve interessare tutti, “radicali” e “moderati”, indipendentemente dalle preferenze elettorali e al di sopra degli interessi economici perché l’inquinamento è una potente e spietata “livella” che non guarda in faccia a nessuno. Colpisce dove e come meno te lo aspetti specialmente in un territorio che non è strettamente controllato dalle istituzioni pubbliche e dove, per giunta, parte di queste istituzioni dotate di poteri speciali dittatoriali non agiscono correttamente nel rispetto delle leggi ordinarie e dello statuto regionale.

Tutti i cittadini non devono tollerare che un “potere speciale”, creato per far fronte ad una problematica artificiosamente creata come l’emergenza rifiuti, venga a realizzare interventi che non siano nella prospettiva della valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e del patrimonio rurale (vedi ad esempio la discarica di Basso dell’Olmo a Campagna incombente sui prelievi idrici per l’irrigazione della Piana del Sele, la discarica di Macchia Soprana proprio di fronte a Basso dell’Olmo, la discarica a fossa di Cava SARI a Terzigno nel Parco Nazionale del Vesuvio in zona di interesse comunitario e a protezione speciale, la discarica di Chiaiano nel Parco Regionale dei Camaldoli e al di sopra della zona di principale ricarica annuale delle acque di falda che si trovano al di sotto dei Campi Flegrei, le discariche a fossa del giuglianese e di Villaricca, le discariche di Boscofangone, Ferrandelle e San Tammaro realizzate in una delle aree più fertili del mondo con falda idrica superficiale ecc.). In questi ultimi anni ho effettuato ricerche geoambientali direttamente sul campo al fine di ricostruire le caratteristiche fisiche delle aree nelle quali i vari Commissari di Governo prima ed il Sottosegretario poi nell’ambito dello scandalo emergenza rifiuti hanno proposto e realizzato impianti di vario tipo. Ho valutato i dati tecnico-scientifici di base contenuti nei progetti alla luce dei rilievi oggettivi e agevolmente verificabili sul terreno. Molte mie relazioni si possono consultare in internet. Le ricerche scientifiche hanno pragmaticamente valutato le relazioni tra caratteristiche ambientali e interventi proposti individuando gli impatti non solo a scala decennale ma a scala plurisecolare dal momento che i rifiuti immessi nell’ambiente diventano nuovi giacimenti geologici e continueranno a modificare l’ambiente (suolo, acqua, aria) anche nei prossimi secoli quando altri cittadini useranno le risorse ambientali. Ho potuto constatare che i cittadini che si opponevano alla realizzazione degli impianti proposti avevano ragione nel senso che quel tipo di opera avrebbe danneggiato l’ambiente circostante a volte irreversibilmente. Le opposizioni hanno assunto i caratteri di “opposizioni radicali” con occupazione dei siti; a volte si sono avuti scontri fisici con le forze dell’ordine. Tra i cittadini sulle “barricate” ho conosciuto molte persone per niente radicali, anzi moderate, che difendevano il loro territorio cercando di evitare un’azione palesemente sbagliata.

Tutti sappiamo che la gestione del ciclo dei rifiuti in una regione ricca di risorse naturali ed ambientali e di attività agricole e zootecniche pregiate e protette e densamente abitata (nella fascia costiera) deve essere basata su una filiera che comporti la differenziazione e riciclaggio degli scarti e conseguentemente il minimo accumulo di rifiuti sul terreno e la minima dispersione di sostanze inquinanti nell’aria, nel suolo e nell’acqua.

Gran parte dei mass media cerca di convincere i cittadini che gli inceneritori sono meglio dei depuratori d’aria ricorrendo a mercenarie affermazioni di illustri personaggi. Si fa credere che un inceneritore come quello di Acerra che può bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti non selezionati all’anno abbia un impatto correlabile con quello di un camino di casa che brucia legno di bosco. Non vi può essere distinzione tra cittadini radicali e cittadini moderati nella giusta difesa dell’ambiente e delle risorse naturali! I cittadini intelligenti e sinceri devono individuare coloro che sono mossi ad agire, o a non agire, perché in qualche modo economicamente o societariamente interessati, funzionali ad un sistema che impone interventi non adeguati a garantire la tutela e difesa dell’ambiente e della salute per procurare guadagni parassitari a lobbies nazionali e locali. Moderati e radicali sinceri non possono essere disuniti nella difesa della salute di tutti i cittadini e nella salvaguardia delle risorse naturali di importanza strategica per coloro che vivono oggi e che abiteranno domani in Campania.
A cura del prof. Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II 18 maggio 2011

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