Da un lato, il Tar del Lazio che dà il via libera all’ordinanza del Parco Vesuvio sul ripristino dello stato dei luoghi intorno a cava Sari (ma specifica che la discarica non è da chiudere). Dall’altro lato, la procura di Nola che, come spiegano i membri dei comitati, “da due mesi e mezzo non rende noti i risultati dei prelievi alla falda acquifera di Terzigno”.
Si misurano con la magistratura, dunque, i componenti della Rete dei Comitati, il pool di associazioni che si batte contro l’impianto nell’area protetta. E lo fanno facendosi accompagnare anche dai legali: Maria Rosaria Esposito e Mariella Stanziano per l’Isde (associazione medici per l’ambiente) e Francesco Sorrentino, avvocato di Legambiente. Nella conferenza stampa tenutasi a Terzigno (foto), quelli dei comitati analizzano il pronunciamento del Tar, ma spiegano anche di voler continuare a pressare la procura diretta da Paolo Mancuso, dalla quale si attendono “provvedimenti concreti”. Il Tar, in sintesi, ritiene che il ripristino dello stato dei luoghi chiesto dal Parco sia legittimo, ma esso “debba essere correttamente inteso al ripristino delle corrette regole di stoccaggio, anziché alla chiusura della discarica”.

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