mercoledì 13 aprile 2011

I RIFIUTI? SONO ORO COLATO

Fonte Il Mediano 13/04/2011 Di Amato Lamberti
I rifiuti che si accumulano per le strade di Napoli permettono di fare buoni affari al maggior numero possibile di persone e imprese.


Ancora una volta si è celebrato a Napoli il “monnezza day”.Sono più di dieci anni che con una cadenza ossessiva di cinque-sei mesi la città si riempie, nel giro di pochi giorni, di cumuli di rifiuti. Un flusso inarrestabile che invade strade, piazze, vicoli, scalinate monumentali, aiuole e giardini e che nessuno riesce a fermare. Basta che si arresti anche solo per un giorno la raccolta dei rifiuti che le strade e i marciapiedi finiscono sommersi da sacchetti, cartoni, scatolame vario, scarpe, abiti, pezze di ogni colore.

Viene il dubbio che non si aspetta altro per sversare nelle strade tutto quello che si accumulava in casa e che non si vedeva l’ora di buttare per la strada, quasi come in un rito liberatorio e orgiastico. Cumuli di mobili rotti, elettrodomestici scrostati, televisori grandi come armadi, ma anche computer e impianti stereo si formano come per incanto e nella notte prendono fuoco con i bambini che danzano intorno incuranti del fumo e dei miasmi. Ma come è possibile che non si riesca a porre rimedio a questa accumulazione periodica di rifiuti che fa gridare allo scandalo e all’incapacità l’intera nazione e fa sorridere di compassione i corrispondenti stranieri?
Non è un mistero. La ragione sta nel fatto che invece di scegliere la strada più semplice, più razionale, più ecologica, si sceglie quella che permette di fare affari al maggior numero possibile di persone e di imprese. Basta guardare agli impianti utilizzati. Innanzitutto le discariche. Dove c’è un buco, un fosso, una cava, si realizza una discarica, non importa se si tratta di un’area ambientale protetta, come il Parco Nazionale del Vesuvio, o il Parco dei Camaldoli. Non importa nemmeno che si tratta di un’area, come quella giuglianese, massacrata da anni da discariche abusive, da montagne di stoccaggi di eco balle, da sversamenti ventennali mai bonificati. La fame di discariche è tanta che non si va tanto per il sottile e si realizzano invasi che perdono percolato da ogni parte, tanto al massimo inquinano le falde acquifere.
E poi, oltre alle discariche, impianti che dovrebbero produrre CDR, ma che al massimo riescono ad imballare rifiuti impossibili da smaltire e che finiscono accatastati a formare piramidi che sono la gioia dei gabbiani e la disperazione dei residenti. Ad essi si aggiungono trituratori, trito vagliatori, impianti di compostaggio delle frazioni indifferenziate che servono solo a mascherare nuove discariche realizzate senza alcuna impermeabilizzazione del terreno. A giganteggiare su tutti questi impianti la soluzione finale, l’inceneritore, che trasforma in fumi e polveri le migliaia di tonnellate di rifiuti tal quale che però, anche se nessuno sembra accorgersene, inquinano l’aria, il terreno, le piante, gli animali, gli ortaggi, la frutta, insomma, ogni cosa.
Siccome gli inceneritori sono efficienti, perché riescono a bruciare ogni cosa, compresi rifiuti ospedalieri radioattivi, si pensa bene di moltiplicarli, senza neppure verificare se si tratti di una operazione necessaria visto che molti Comuni hanno avviato, bene o male, una raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Una follia collettiva, visto che coinvolge il Governo, la Regione, la Provincia, il Comune di Napoli e quelli di Salerno e di Caserta. Ormai tutti vogliono l’inceneritore. Non gli interessa niente della salute dei cittadini e del territorio. Vogliono solo le compensazioni, i soldi, previsti dal Governo.
Eppure sarebbe così semplice smaltire correttamente i rifiuti facendo a meno delle discariche e degli inceneritori, come degli altri impianti installati solo per far fare affari a persone ed imprese amiche, non importa se camorriste. Basterebbe fare bene la raccolta differenziata, avviare subito al riutilizzo le frazioni differenziate, carta, cartone, plastica, alluminio, banda stagnata, vetro, legno, scarti di legumi, ortaggi e frutta, che sono quelle economicamente vantaggiose, e provvedere con biodigestori anaerobici allo smaltimento della frazione indifferenziata, producendo energia elettrica senza emissioni in atmosfera. Troppo semplice. Lo Stato non dovrebbe nemmeno metterci soldi: gli impianti per il riutilizzo delle frazioni differenziate e quelli per lo smaltimento della frazione indifferenziata sarebbero realizzati dai privati, magari anche in regime di concessione.
Non va bene, perché troppa gente non farebbe più affari; perché se non inquini come fai a fare poi le operazioni di bonifica; perché se non hai bisogno di investimenti pubblici che cosa vai poi a dividere a livello politico e amministrativo; perché non hai più bisogno dell’esercito di tecnici, consulenti, progettisti, direttori dei lavori, responsabili della sicurezza, e via dicendo. Il rasoio di Occam – forse lo ricorda chi ha studiato filosofia- quello che serviva a tagliare le cose e i passaggi inutili, non si può applicare in questo come in molti altri casi.
La regola aurea della politica è quella di moltiplicare enti, addetti, passaggi, controlli, al solo fine di aumentare a dismisura il denaro necessario al raggiungimento dell’obbiettivo, ma nel tempo più lungo possibile, per evitare di svuotare troppo rapidamente il pozzo di S.Patrizio, che oggi sono i rifiuti e domani, magari le bonifiche.
(Fonte foto: Rete Internet)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E questo ha fatto il Presidente della Provincia???
E dov'era quando inquinavano il Parco del Vesuvio e i Camaldoli??
E poi si vede che ha studiato il sitema rifiuti.
Il digestore anaerobico serve per l'umido e non per il secco indifferenziato.
Ma di cosa si occupa?