Che tempi viviamo se questo “stato” uccide le istituzioni, se la legge deroga ai diritti, se il potere, che dal popolo promana e per il popolo andrebbe esercitato, è soltanto forza senza consenso? O tempora o mores! Imporre con la forza della legge e della forza la fine di un territorio e della sua popolazione, stabilire per legge l’avvelenamento lento ed inesorabile di decine di migliaia di persone, scortare con mille divise i camion di ditte riconducibili in buona parte al sistema che le divise dovrebbero fronteggiare, premettere la ragione politica alla ragione e alla logica, la giustizia e il diritto derogati dalla legge.
E’ questo il paradosso con cui lo stato, questo stato, qui, a Boscoreale, a Terzigno, nei nostri paesi, sta uccidendo le sue istituzioni.
Le nostre terre erano avvelenate da mani criminali da molto prima decidesse di farlo questo stato, le ingiustizie e la morte erano imposte con la forza da molto prima che si decidesse di farlo con una legge o con un decreto, e vedere la verità ed il diritto oltraggiati dall’omertà e dalle menzogne non è stata certo una novità. La differenza è che chi, come me, credeva e crede nello Stato di Diritto, sognava e sogna di poter ricevere giustizia dallo Stato e dal Diritto.
E invece riceviamo veleni, morte, ingiustizie e perfino i lacrimogeni, come se per piangere del nostro destino e delle nostre sventure ne avessimo davvero bisogno.
Pensavamo che le nostre lacrime fossero finite, esaurite, pensavamo di aver sofferto e pianto tutto quello che un popolo poteva subire da se stesso e dalla propria sorte, ed è evidente che coltivavamo illusioni che non ci spettavano, noi sognavamo uno Stato ed un Diritto che intervenissero, finalmente, per operare le bonifiche, per sostenere lo sviluppo turistico, per ripristinare legalità e civiltà, ed era evidente che ci stavamo illudendo, ma non avremmo mai immaginato che alle esequie delle nostre speranze anche le lacrime ci fossero imposte con la forza.
Ma chi oggi ci guarda senza volerci vedere, senza voler comprendere le nostre ragioni ed il nostro dolore, chi chiama anarchici ed insurrezionalisti il mio parroco ed il mio commercialista, chi contro la signora Rosa vuole mandare l’esercito, chi vuole fare una legge che renda speciale una legge che non è una legge, chi dovrebbe applicare la legge, chi calpesta la legge, chi scrive altro da ciò che vede, chi dice altro da ciò che pensa, chi tace, chi mente, chi nasconde, chi confonde, chi trama, chi si vende, chi ci svende, tutti Voi e tutti Costoro, non pensiate e non pensino che la nostra disperazione non sia la vostra e la loro, non pensiate e non pensino che la nostra disgrazia non vi appartenga e non gli appartenga.
Siete e sono i nostri assassini, e che la vergogna e il rimorso accompagnino quel che resta della vostra e della loro umanità.
E’ questo il paradosso con cui lo stato, questo stato, qui, a Boscoreale, a Terzigno, nei nostri paesi, sta uccidendo le sue istituzioni.
Le nostre terre erano avvelenate da mani criminali da molto prima decidesse di farlo questo stato, le ingiustizie e la morte erano imposte con la forza da molto prima che si decidesse di farlo con una legge o con un decreto, e vedere la verità ed il diritto oltraggiati dall’omertà e dalle menzogne non è stata certo una novità. La differenza è che chi, come me, credeva e crede nello Stato di Diritto, sognava e sogna di poter ricevere giustizia dallo Stato e dal Diritto.
E invece riceviamo veleni, morte, ingiustizie e perfino i lacrimogeni, come se per piangere del nostro destino e delle nostre sventure ne avessimo davvero bisogno.
Pensavamo che le nostre lacrime fossero finite, esaurite, pensavamo di aver sofferto e pianto tutto quello che un popolo poteva subire da se stesso e dalla propria sorte, ed è evidente che coltivavamo illusioni che non ci spettavano, noi sognavamo uno Stato ed un Diritto che intervenissero, finalmente, per operare le bonifiche, per sostenere lo sviluppo turistico, per ripristinare legalità e civiltà, ed era evidente che ci stavamo illudendo, ma non avremmo mai immaginato che alle esequie delle nostre speranze anche le lacrime ci fossero imposte con la forza.
Ma chi oggi ci guarda senza volerci vedere, senza voler comprendere le nostre ragioni ed il nostro dolore, chi chiama anarchici ed insurrezionalisti il mio parroco ed il mio commercialista, chi contro la signora Rosa vuole mandare l’esercito, chi vuole fare una legge che renda speciale una legge che non è una legge, chi dovrebbe applicare la legge, chi calpesta la legge, chi scrive altro da ciò che vede, chi dice altro da ciò che pensa, chi tace, chi mente, chi nasconde, chi confonde, chi trama, chi si vende, chi ci svende, tutti Voi e tutti Costoro, non pensiate e non pensino che la nostra disperazione non sia la vostra e la loro, non pensiate e non pensino che la nostra disgrazia non vi appartenga e non gli appartenga.
Siete e sono i nostri assassini, e che la vergogna e il rimorso accompagnino quel che resta della vostra e della loro umanità.
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