giovedì 23 settembre 2010

Da Metropolis Protesta anti-discarica nel Vesuviano, un'altra notte di roghi e tensione



Camion dei rifiuti incendiati e danneggiati, anche la scorsa notte. A Boscoreale, alcune persone con il volto coperto da caschi hanno incendiato un autocompattatore e hanno riversato l'immondizia lungo la strada. In via Panoramica, secondo quanto ricostruito dalla polizia, il gruppo si è distaccato dai cittadini del movimento anti discarica di Terzigno e ha distrutto l'autocomopattatore. Forati i pneumatici di altri cinque mezzi: gli autisti sono stati costretti a lasciare i camion e a consegnare le chiavi. Già ieri, contro la decisione di aprire una seconda discarica nel territorio del comune di Terzigno, erano stati bruciati altri camion.“Cosa succederà ancora?” E’ questa la domanda che si pongono i cittadini del Vesuviano. Un popolo esasperato ma, soprattutto, la consapevolezza che “finalmente tanti cittadini hanno capito che quella discarica ci sta uccidendo”, è il commento di uno dei tanti residenti di via Panoramica, la strada a ridosso della discarica che sembra ormai giunta quasi a saturazione. E’ il momento della conta dei danni: sono otto gli autocompattatori dati alle fiamme, mentre altri sei sono stati danneggiati. I mezzi appartenenti a diverse ditte, erano in attesa di accedere alla discarica Sari quando poco dopo la mezzanotte alcuni sconosciuti hanno appiccato il fuoco. Proprio in quel momento era in corso all’esterno dei cancelli della discarica una manifestazione organizzata dai cittadini dei comuni del vesuviano e dai comitati civici che gridavano la loro rabbia e la loro indignazione contro la decisione del Governo di collocare proprio nel perimetro del Parco Nazionale del Vesuvio una discarica che raccoglie tutti i rifiuti della provincia di Napoli e con all’orizzonte la possibilità di veder aprire anche un secondo sito, quello di Cava Vitiello, molto più grande ed a poche centinaia di metri dal centro abitato. Un copione che si è ripetuto la notte scorsa anche se, questa volta, i danni sono stati di minore entità.
“Ci state uccidendo” era la frase che campeggiava sullo striscione che ha aperto il corteo partito da piazza Pace a Boscoreale ed al quale hanno preso parte circa duemila persone a guidarle il primo cittadino di Boscoreale, Gennaro Langella, che con tanto di fascia tricolore ha raggiunto insieme agli altri l’ingresso della cava.
Una protesta pacifica che è partita intorno alle 21 dalla piazza antistante il comune di Boscoreale, dove continua l’occupazione dell’aula consiliare. I cittadini sono giunti all’esterno della discarica un’ora più tardi e nonostante il divieto di circolazione degli autocompattatori sul territorio comunale fino alle 23.30, in fila c’erano già diversi camion pronti a scaricare rifiuti indifferenziati. Gridano la loro rabbia, la loro esasperazione per un’intera estate passata tappati in casa perché i miasmi che arrivavano dalla cava sono irrespirabili ed intanto la preoccupazione per l’eventuale apertura di Cava Vitiello diventa sempre più palpabile.
“Bisogna chiudere questa cava, è uno schifo” continuano a ripetere due signore. “Che ci fanno a quest’ora i camion in fila per scaricare? Continuano imperterriti a subire schiaffi dalle istituzioni” afferma un uomo mentre stringe a sé il figlio che guarda in direzione del Vesuvio e chiede: “Papà perché c’è tutta questa puzza?”. Il corteo arriva davanti alla cava Sari ad attenderli forze dell’ordine in assetto antisommossa: protagonisti loro malgrado di un ruolo che non vogliono recitare. “Perché ci sbarrate la strada? Dovreste essere dalla nostra parte” continua a ripetere più di un manifestante all’indirizzo delle forze dell’ordine schierate in quella “terra di nessuno” a difesa di un sito militare che però sta creando non pochi problemi alla salute di un intero territorio, ironia della sorte, lo stesso in cui abitano con le loro famiglie. La mezzanotte si avvicina e lo sversamento è ormai fermo da diverse ore, si cerca un megafono il sindaco Langella vuole parlare alla popolazione, poi ha un malore ed è costretto ad andare in ospedale. Le notizie si rincorrono confuse, qualcuno fischia, qualche altro applaude. Ed in lontananza si sente un rumore sordo, poi le fiamme che si sprigionano da un camion. “Via, via, qui esplode tutto” si sente urlare da più parti, diversi manifestanti intanto abbandonano di corsa il presidio mentre una mano anonima continuava a dare fuoco ai camion in sosta. Solo l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Castellammare ha evitato che le fiamme interessassero anche i vigneti circostanti. “Ed ora cosa succederà? Cosa dobbiamo fare?” continuavano a chiedersi i manifestanti giunti nel frattempo a piazza Pace per continuare l’occupazione dell’aula consiliare, mentre poco dopo le quattro del mattino i camion ritornavano ad arrampicarsi lungo via Zabatta per sversare i rifiuti raccolti in provincia almeno fino alle 9 quando il sindaco di Boscoreale, reduce da una notte in ospedale in maniche di camicia ed insieme ai vigili urbani ha deciso di bloccare l’accesso dei camion alla discarica: “Non abbiamo fatto altro che applicare l’ordinanza sindacale che blocca il passaggio degli autocompattatori dopo le 9 e fino alle 23.30”. Più di venti gli automezzi che sono stati costretti a fare ritorno nei depositi, mentre alcuni cittadini guadagnavano nuovamente l’ingresso della Sari: il presidio deve continuare.

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