domenica 31 luglio 2011

ACCORDO CICLO DEI RIFIUTI: I PUNTI DEBOLI DEI COMUNI DELL’AREA NOLANA

Il movimento lista civica per Tufino confronta l’accordo di programma dei comuni vesuviani e nolani e rileva le debolezze del tavolo dei comuni dell’area nolana.


La bozza dell’accordo di programma per il ciclo dei rifiuti dell’Area nolana è simile a quella già sottoscritta dai Comuni vesuviani con la Provincia di Napoli e la Regione Campania. Il lavoro che i sindaci del Tavolo dei Comuni “avrebbero” fatto non ha nulla di originale. Una lettura comparata dei due testi fa nascere la convinzione che un’unica bozza di accordo sia stata elaborata (forse dalla stessa Provincia) per tutti e sette gli ambiti provinciali per un bisogno di omogeneità funzionale alla necessità di lasciare mano libera a Provincia e Regione nelle scelte riguardanti l’intera filiera impiantistica. Ma i sindaci del Tavolo dei Comuni dell’area nolana hanno dimostrato di non essere in grado di indicare, più specificamente, l’ubicazione di alcuni degli impianti (tranne per il digestore anaerobico che sorgerà presso l’impianto Stir di Tufino), a conferma di una preoccupante incapacità ad assumersi, collegialmente, il coraggio di scelte precise.


Ciò rende particolarmente debole l’area nolana che lasciando tutto nel vago non allontana neanche un pò la minaccia di un commissario che, di volta in volta, deciderà il tipo di impianto e la sua ubicazione. Più decisi e compatti si sono rivelati i sindaci dell’area vesuviana che hanno saputo concertare le scelte che avevano la possibilità di fare e sono arrivati alla firma dell’accordo dopo aver elaborato “una proposta di piano organico, approvato da ciascun comune con apposita delibera di Giunta”. I sindaci del nolano, invece, rinviano a data da stabilirsi ogni decisione relativa all’ubicazione dei singoli impianti, dimostrando di non sapere essi stessi di che cosa e di quali priorità ha bisogno il nostro territorio per realizzare un accettabile ciclo dei rifiuti . Solo per dare un’idea della maggiore concretezza dei sindaci dell’area vesuviana è il caso di riportare quanto essi hanno deciso a proposito degli impianti.

L’area vesuviana ha chiuso l’accordo stabilendo che saranno realizzati gli impianti appresso indicati con relativa ubicazione: a) tre impianti di trattamento della frazione umida, ubicati a Massa di Somma, Somma Vesuviana e Ercolano; b) impianto di trattamento della frazione secca indifferenziata a Torre del Grecoc) Piattaforma multimateriale, impianto trattamento e recupero ingombranti e RAEE a Ottavianod) Frazione vetro Cercolae) Utilizzo di un’area industriale di mq 8000 per una destinazione da definirsi a San Giuseppe Vesuvianof) Impianto di trattamento dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, a Ercolanog) Utilizzo di area per piattaforme multi materia.Nulla di tutto questo hanno saputo fare i sindaci del Tavolo dei Comuni, che si sono limitati a recepire la previsione di tutta l’impiantistica possibile e immaginabile, senza nessuna indicazione coerente con il potenziamento effettivo della raccolta differenziata e senza un piano minimo di distribuzione dell’impiantistica sul territorio.

Un piano che, nella foga di allontanare il rischio di vedersi arrivare rifiuti solidi urbani da altri ambiti territoriali si cala le brache di fronte a Provincia e Regione e, nella pretesa di raggiungere autonomia completa arriva a contemplare impianti di trattamento dei fanghi provenienti da sistemi di depurazione, di detossificazione, di inertizzazione e smaltimento di rifiuti speciali, di trattamento di rifiuti sanitari, di trattamento degli oli esausti e finanche di trattamento e di smaltimento dell’amianto. È un piano che la dice lunga sulla confusione che regna tra coloro (i sindaci del nolano) che lo “avrebbero” materialmente redatto.

Un conto è prevedere e impegnarsi affinché nell’area nolana vengano realizzati impianti per il trattamento meccanico, isole ecologiche, piattaforme per rifiuti ingombranti, piattaforme per i Raee (Rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) impianti per il recupero dei beni durevoli, almeno un impianto di compostaggio, che tutti assieme possono e devono effettivamente rientrare, anche dal punto di vista degli investimenti che occorre mettere in campo per essere realizzati, nella strategia dell’autonoma capacità di gestire un ciclo integrato dei rifiuti; altra cosa è prevedere la costruzione di impianti di trattamento e smaltimento dell’amianto, per rifiuti sanitari, di depurazione e detossificazione di fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue e delle industrie e chi più ne ha ne metta, che rischia di trasformare l’area nolana in un territorio destinato ad accogliere per sempre rifiuti altamente tossici e pericolosi provenienti dall’intera Regione.

Questa frenesia impiantistica a 360 gradi, oltre a creare le premesse perché nell’area nolana arrivi di tutto, contempla anche la fase dello “smaltimento dell’amianto” (dove?). Questa magnanima “generosità” si traduce, nei fatti, in un deresponsabilizzazione della Provincia di Napoli e della Regione Campania che, vista la grande disponibilità dell’area nolana, non potranno che ringraziare i sindaci del nostro territorio senza preoccuparsi del carico velenoso che potrebbe essere destinato alle nostre comunità. La bozza di accordo ha il difetto di recepire tutte le leggi (anche ad hoc), come quella che riguarda i rifiuti tritovagliati e biostabilizzati classificati col codice Cer 190503 (rifiuti a tutti gli effetti), che solo per la Regione Campania vengono derubricati ad una categoria di rifiuti pressoché innocui, tanto da essere utilizzati per la ricomposizione ambientale e la risagomatura delle cave dismesse, e non pone con forza la prioritaria necessità di realizzare subito almeno un impianto di compostaggio nell’area nolana.

Richiamando una legge che ne prevede già quattro, si preferisce, comunque, dare la precedenza a un impianto di digestione anaerobica che sorgerà, guarda caso, a Tufino e che, a detta di qualche sindaco molto interessato a questo tipo di soluzione, renderebbe perfino superfluo l’impianto di compostaggio. E allora perché non dirla tutta! Che senso ha tutto quello che, nei primi articoli della bozza di accordo di programma, si dice sulla raccolta differenziata ? il documento redatto dal Tavolo dei Comuni, con tutto ciò che in esso è previsto, finisce col negare la priorità e gli impegni relativi a

1) riduzione della quantità di rifiuti pro capite o, comunque, azioni che ne contengano l’aumento; 2) raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio con un obiettivo minimo del 50% dei rifiuti urbani prodotti a livello di singolo comune;

3)messa a discarica di una quantità virtualmente nulla di rifiuti, come ottimizzazione delle politiche regionali, provinciali in sintonia con quanto già in itinere nell’ambito "Area Nolana".Sembra che si parta da zero e che non sia urgente e fondamentale allestire impianti che, prima di ogni cosa, consentano di trattare la frazione umida, quella che più di tutte le altre arreca problemi alla popolazione, sia in termini sanitari che economici (si tenga conto di quanto continua a costarci la spedizione in altre regioni dalla nostra frazione organica) quando i rifiuti non vengono raccolti.

E non c’è traccia concreta, nella bozza di accordo, di una reale volontà, da parte dei sindaci del Tavolo dei Comuni, di affrontare con la necessaria urgenza il problema della dotazione di un’impiantistica moderna che privilegi il recupero, il riuso e il riciclo di una molteplicità di materiali attraverso una buona raccolta differenziata. Il comportamento dilatorio dei sindaci del Tavolo dei Comuni rischia di disperdere e affossare definitivamente la buona posizione che, fino a qualche tempo fa, le nostre comunità hanno potuto vantare per le percentuali di raccolta differenziata che hanno fatto meritare il titolo di Comuni ricicloni a varie realtà territoriali.
Il Mediano

Nessun commento: