Il Mediano Autore: Francesco GravettiData: 29/07/2011
A Boscotrecase assemblea per discutere del patto tra 19 Comuni per la realizzazione degli impianti di smaltimento e trasformazione della spazzatura. Dai comitati perplessità, critiche ma anche proposte.Sindaci, cittadini e rappresentanti dei comitati hanno avuto un primo confronto sull’accordo tra i 19 Comuni dell’area vesuviana (18 della zona rossa del Vesuvio, più Striano) per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
L’assemblea si è tenuta a Boscotrecase, presso la sala consiliare, promossa dal primo cittadino Agnese Borrelli e dalla Rete dei Comitati, che fin dall’inizio si è schierata a favore dell’accordo. Non sono mancate le perplessità e le critiche, avanzate da una parte dei comitati e da alcuni cittadini che hanno posto ai sindaci domande sui rifiuti speciali (in particolare sull’eventuale smaltimento degli inerti e dell’amianto), sulla viabilità, la presenza dei camion e altri aspetti del patto. I sindaci, però, hanno ribadito che quello siglato qualche giorno fa è soltanto un accordo di programma: “Ora c’è da strutturare un reale piano industriale, mediante il quale ogni Comune dovrà impegnarsi a realizzare un impianto, magari dialogando anche con i privati”, ha spiegato il sindaco di Portici, Enzo Cuomo.
Anche il primo cittadino di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Capasso, ha sottolineato la bontà dell’accordo, nonostante i suoi limiti: “Probabilmente questo patto presenta elementi di genericità, ma è un primo passo verso una gestione che tiene conto della specificità del territorio”. E del “territorio come protagonista”, ha parlato anche Pasquale Raia, responsabile di Legambiente per le aree protette. Ora parte la corsa contro il tempo per realizzare gli impianti, peraltro piuttosto numerosi.
Il piano prevede la realizzazione di tre impianti di trattamento della frazione umida a Massa di Somma, Somma Vesuviana e Ercolano; un impianto di trattamento della frazione secca indifferenziata a Torre del Greco; una piattaforma multimateriale, impianto trattamento e recupero ingombranti e Raee ad Ottaviano; la raccolta della frazione vetro a Cercola; l'utilizzo di un’area industriale di 8mila metri quadrati per una destinazione da definirsi a San Giuseppe Vesuviano; un impianto di trattamento dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione ad Ercolano; l'utilizzo di un'area per piattaforme multimateriali a Striano e due centri di riuso a San Sebastiano e Portici.
Qualora dovesse essere necessario sarà individuato un sito, ad esclusivo utilizzo dei 19 Comuni, dove la frazione residuale dei rifiuti, ma l’invaso verrà collocato al di fuori dell'area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio. E anche qui lo scetticismo non è mancato in assemblea: “Ancora discariche? No grazie”.
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