Il Mediano 21/07/2011
Anche le associazioni ambientaliste dell’Assocampaniafelix e dell’Unità di Crisi ‘No discarica nel nolano’ esprimono parere negativo su tale bozza. Gennaro Esposito: «È un testo assai peggiorativo rispetto ai precedenti».
I sindaci del Nolano giudicano “irricevibile” la bozza di accordo di programma per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti inviata dalla Provincia di Napoli il 15 luglio.
“Il documento - spiega il presidente del Coordinamento dei Comuni dell’area nolana Andrea Manzi - rappresenta un incomprensibile dietrofront da parte della Provincia che aveva ritenuto condivisibili le osservazioni sollevate dalle amministrazioni comunali nei mesi scorsi”. “Per quanto ci riguarda - afferma ancora Manzi - continuiamo a dichiararci disponibili a sottoscrivere l’accordo più volte condiviso con l’amministrazione provinciale”. La bozza di intesa cui fanno riferimento i primi cittadini dell’area nolana è quella che porta la data del 5 maggio 2011 e che, tra l’altro, prevede:
che allo Stir di Tufino non possano più conferire quei comuni della Provincia di Napoli che non fanno raccolta differenziata nelle percentuali minime previste dalla legge;
che si escluda l’apertura di nuove discariche nel Nolano;
che, per operazioni di ricomposizione ambientale di discariche chiuse ed esaurite o di cave abbandonate e dismesse, la Provincia di Napoli si impegni ad utilizzare esclusivamente i rifiuti biostabilizzati con codice CER 19.05.03 provenienti solo dallo STIR di Tufino e soprattutto in quantità non superiori a quelle imputabili ai rifiuti conferiti dai comuni dell’area nolana.
Anche le associazioni ambientaliste dell’Assocampaniafelix e dell’Unità di Crisi ‘No discarica nel nolano’ esprimono parere negativo su tale bozza in discussione in questi giorni e sottoposta per la firma definitiva entro venerdì prossimo ai primi cittadini. “E’ un testo assai peggiorativo rispetto ai precedenti – sottolinea Gennaro Esposito, delegato Assocampaniafelix e membro dell’Unità di Crisi – in quanto, oltre ad aprire un ‘varco’ ai rifiuti della metropoli in maniera incontrollata, apre di fatto allo sversamento del biostabilizzato nelle cave, che è a tutti gli effetti un rifiuto da mandare in discarica”.
“Inoltre – continua il delegato – all’articolo 14 i sindaci dovrebbero obbligatoriamente ‘collaborare’ ad individuare ulteriori siti per impianti di trattamento e smaltimento finale di rifiuti industriali (quali amianto e fanghi tossici) in un territorio che di rifiuti pericolosi sversati nel terreno ne ha da vendere”. Queste associazioni e i cittadini dell’Unità di Crisi accolgono, quindi, con favore la volontà del tavolo dei Sindaci di rinviare al mittente il documento proposto per irricevibilità e pretendono l'avvio delle previste bonifiche delle centinaia di discariche abusive che hanno avvelenato il territorio e le falde negli ultimi quindici anni.
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