L’area vesuviana può provvedere da sola all’intero processo virtuoso della gestione dei rifiuti prodotti sul proprio territorio. Non una cosa di poco conto, visto che nella cosidetta zona rossa del vulcano insistono 18 Comuni con oltre 550mila abitanti. La richiesta sarà oggi sottoposta alla Provincia, alla quale verranno chieste autorizzazioni e aiuti per realizzare gli specifici impianti. Per arrivare a questo risultato gli amministratori di Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, San Giorgio, San Giuseppe, San Sebastiano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase stanno organizzando una serie di incontri. La prima assemblea dei sindaci si è svolta a marzo a Ercolano, durante la quale è scaturita, come si legge in un documento redatto a fine lavori, la «volontà di intraprendere un’azione comune presso i competenti enti provinciali e regionali per individuare, anche in deroga, soluzioni procedurali utili a ridurre i tempi e snellire gli adempimenti per la realizzazione degli impianti». Ma quali sono le idee? I Comuni della fascia vesuviana sono pronti ad accollarsi la gestione di ogni singola frazione della raccolta differenziata. In particolare - secondo le ipotesi che saranno illustrate prima di un’assemblea ristretta dei sindaci e poi di quella formata dai tecnici comunali - Torre del Greco andrebbe ad occuparsi con specifici impianti della frazione secca, Massa di Somma e Somma Vesuviana curerebbero l’organico insieme con Ercolano, i cui amministratori si sono detti disponibili anche a trattare materiali inerti e residuo verde proveniente da tutti i Comuni. Ingombranti e Raee (resti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) sarebbero trattati dagli impianti di Ottaviano mentre Cercola si occuperebbe del vetro. Il Comune di San Giuseppe Vesuviano ha dato la disponibilità per l’utilizzo di un’area industriale scoperta di 8mila metri quadrati, attualmente in uso al commissariato per l’emergenza del bacino idrografico del fiume Sarno, con destinazione ancora da definire. A inizio giugno poi, la città di Striano (che è fuori dalla zona rossa) ha manifestato la volontà di aderire all’ambito del comprensorio vesuviano, dando la propria disponibilità a ospitare un impianto di selezione di multimateriali e recupero Raee. Ora la parola passa alle singole amministrazioni, chiamate a dare l’ok al piano preliminare dell’assemblea ristretta dei tecnici comunali. Di recente l’approvazione della giunta di Ercolano: «Stiamo lavorando da un po’ di tempo - dice il sindaco, Vincenzo Strazzullo - per arrivare a occuparci ”in house” dell’immondizia prodotta da tutti i nostri cittadini. In fondo in molte delle città dell’area vesuviana è attiva, anche con buoni risultati, la raccolta differenziata. A noi toccava adesso prendere atto solo del lavoro prodotto in questi mesi di incontri». L’obiettivo è di arrivare con 19 delibere, quelle delle giunte di tutte le città interessate, a sottoporre alla valutazione dell’amministrazione provinciale la richiesta relativa agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani dell’intera area vesuviana e del Comune di Striano. Una soluzione individuata per porre fine ai disagi che ormai durano da decenni e che in alcune città compromettono pesantemente l’immagina turistica
Teresa Iacomino per il Mattino
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