Il Mediano 11/07/2011
Sindaco e vicesindaco di Napoli alla Festa di Liberazione tra progetti futuri e riesame del passato. Sodano :«Nostro obiettivo è arrivare al 100% del porta a porta».
«Già qualche anno fa volevo Luigi De Magistris come presidente della Regione, ma allora non c’erano ancora le condizioni che esistono oggi e quel grande spirito che si è creato durante e dopo la sua candidatura a sindaco di Napoli. E dopo le 16/18 ore al giorno che dedichiamo a Palazzo San Giacomo mi piace sottolineare come in noi non sia mai venuto meno lo spirito di tuffarsi tra la gente e di ascoltare le loro proposte, i loro dubbi e di intercettare il malcontento. Da Napoli parte la rivoluzione per scrivere un nuovo vocabolario politico nel Paese».
Lo ribadisce, senza giri di parole, Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli nonché assessore delegato al ramo delle politiche ambientali, intervenuto insieme al primo cittadino napoletano Luigi De Magistris e al giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Errico Fierro al convegno organizzato sabato sera nella sua terra natia, Pomigliano d’Arco, nel corso della sedicesima edizione della Festa di Liberazione.
Sul banco delle discussioni temi d’attualissima risonanza: giovani afferenti a diversi comitati che si sono distinti nel corso dell’ultima campagna elettorale siedono sugli scaloni della struttura centrale della Villa, così come diversi cittadini di Acerra mentre sbuca anche qualche maestranza Fiat con l’immancabile maglia che racchiude il sunto di una lotta ancora in itinere, alias “Pomigliano non si piega”.
Sodano batte cassa su un tema a lui caro, vale a dire l’assenza di uno spazio riservato al pubblico all’interno della casa comunale napoletana:«Non è assolutamente concepibile una cosa del genere. Ci attiveremo in ogni modo per far sì che le discussioni in via Verdi vengano portate all’esterno, magari faremo le riprese e le manderemo in onda sul Web. Voglio vedere la gente che partecipa, che magari ti fischia e ti contesta, ma in carne ed ossa: il luogo della democrazia non può essere affatto chiuso alla partecipazione».
Sulla questione rifiuti ci tiene a mettere i puntini sulle “i” su alcuni temi:« Noi siamo padroni dei rifiuti fino a quando restano nella città di Napoli, mentre appena lasciano il comune di Napoli non compete più a noi l’intervento, ma subentra la società provinciale.
Abbiamo aperto 13 isole ecologiche mobili ogni giorno a Napoli, con un calendario comunicato alla città e ci sono i tre piazze con le isole ecologiche dove i cittadini portano carta, plastica: sono proprio loro che chiedono questa soluzione. Abbiamo sbloccato 8 milioni di euro che erano fermi in Regione Campania, perché mai un assessore aveva alzato il sedere dalla propria sedia per andare a S.Lucia a vedere da vicino la questione. Li abbiamo sbloccati in poche ore».
Dulcis in fundo, chiosa:« La situazione grave è che in tutti questi anni la città di Napoli non si è dotata di una sua autonomia di impianti, quello che è il nostro vero sogno nel cassetto è avere l’autonomia, non dipendere più da un altro, dalla camorra che ti condiziona perché deve fare i trasporti: se tu togli l’emergenza, la camorra non avrà più interessi.
Arriveremo a 325mila cittadini trattati con il porta a porta e se riusciamo sbloccare altri fondi, il nostro obiettivo è quello di arrivare al 100% del porta a porta. La città ha dimostrato di esser pronta, dove si fa la raccolta porta a porta ha ottenuto già eccelsi risultati come a Scampia e Bagnoli dove è stato raggiunto 80’%, il 70% ai Colli Aminei. E l’inceneritore a Napoli non si farà finchè ci saremo noi: nella zona orientale, la zona più martoriata di Napoli dove hanno già una centrale turbogas, aspettano da decenni la bonifica dei suoli e mettere l un inceneritore vuol dire bloccare per sempre la possibilità di sviluppo».
Autore: Salvatore Alligrande
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