Da il Mediano 22/07/2011
Secondo gli ambientalisti la discarica di Terzigno potrebbe chiudere entro ottobre. Intanto i sindaci della zona rossa incontrano Provincia e Regione e preparano l’accordo per la gestione autonoma dei rifiuti.
Cava Sari sta per chiudere. La discarica di Terzigno è quasi satura (foto): tempo due o tre mesi e non si potranno fare altri conferimenti. Lo dicono quelli della Rete dei Comitati vesuviani e di Legambiente Campania che, accompagnati da propri esperti tecnici, hanno chiesto ed ottenuto dai gestori Sapna e Asia di poter visitare la discarica l’altro ieri.
Numeri alla mano, gli attivisti della Rete dei Comitato lanciano l’allarme: “Allo stato stante gli attuali conferimenti il raggiungimento del limite previsto per legge è confermato entro il prossimo mese di ottobre. Sono ancora disponibili meno di 30 mila tonnellate di capienza che stando agli attuali flussi di conferimento accertati (370 tonnellate a notte) determinerebbero il completamento della Sari ai principi dell’autunno. L’ultimo strato di “monnezza” eleverebbe di circa un metro la cupola finale del panettone dell’invaso e verrebbe poi ricoperto dai teli impermeabili per ridurre le infiltrazioni di acqua piovana e consolidare gli argini”, dicono in un comunicato.
Gli esponenti della Rete hanno verificato anche che non c’è alcun allargamento in atto dell’invaso: “È tecnicamente impossibile, trattandosi di una discarica a fossa, fatta salva la possibilità prevista dalla legge di incrementare del 10% la capienza, cosa che avverrebbe solo sopraelevando di qualche metro la cupola e riempendo gli alvei di percorrenza dei compattatori per raggiungere il vertice del panettone”. Resta l’allarme della chiusura imminente. Di qui l’urgenza e l’appello alle istituzioni a fare presto per far partire immediatamente il piano alternativo a quello regionale che la Rete sta sollecitando da diversi mesi a questa parte.
I sindaci dei 18 Comuni della zona rossa che sversano a Terzigno (19 con Striano) hanno incontrato qualche giorno fa il presidente della provincia Luigi Cesaro, l’assessore provinciale all’ambiente Giuseppe Caliendo e l’assessore regionale Giovanni Romano. Gli amministratori hanno ribadito il loro “no” all’ipotesi di individuare cave da riempire con altri rifiuti (“L’area protetta del Vesuvio non si tocca, abbiamo già dato”) e si sono impegnati a presentare un accordo di programma tra i Comuni che contempli tutta l’impiantistica intermedia, la tipologia delle filiere del differenziato, l’azione di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti, la spinta verso l’aumento della percentuale di differenziata e soprattutto di farsi carico, in vista dell’esaurimento della cava Sari, di provvedere in maniera autonoma allo smaltimento dell’immondizia.
Quindi, considerato che cava Sari potrebbe chiudere subito dopo l’estate, si tratterà di una corsa contro il tempo. Lunedì c’è un nuovo incontro.
(Fonte foto: Rete dei Comitati)
Autore: Francesco Gravetti
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