venerdì 12 novembre 2010

Da Repubblica Napoli

Nessuna via d'uscita per i rifiuti - Chiude Taverna del Re, saturo

Chiude per saturazione il sito di Giuliano: torna il caos. Metalli pesanti nella falda della discarica del Vesuvio, contestati i sindaci

OTTAVIO LUCARELLI

Crisi rifiuti su tutti i fronti, da Napoli a Giugliano fino al Vesuvio. E si riparla, nella disperazione, dei treni verso la Germania che però non potranno partire prima di un mese. Millequattrocento tonnellate oggi nelle strade della città, il sito di Taverna del Re a Giugliano chiuso per saturazione, la rivolta di Ottaviano dove si è urlato al "tradimento" contro i sindaci dopo la scoperta di metalli pesanti in quantità trenta volte superiori ai limiti di legge nei pozzi e nella falda acquifera sottostante la discarica di Cava Sari. L'urlo arriva dalla sede del Parco del Vesuvio il cui presidente Ugo Leone chiede ora che la magistratura intervenga e sequestri la discarica.
Una crisi che rischia di diventare rapidamente ben più grave di quella del 2008. Comitati civici e "mamme vulcaniche" dell'area rossa del Vesuvio, ascoltati i risultati delle analisi letti dagli esperti nel Castello Mediceo di Ottaviano, hanno riorganizzato in serata i blocchi alla Rotonda Panoramica di Terzigno dove si annunciano altre notti di grande tensione: "Di qui non passerà più un solo sacchetto di spazzatura". In questa situazione il governo, dopo la prima fumata nera, non ha ancora ratificato la promessa solenne del premier Silvio Berlusconi, che alle mamme vulcaniche, nella prefettura di Napoli, annunciò: "Cancelleremo dalla legge la seconda discarica di Terzigno prevista a Cava Vitiello".
Nei pozzi vicini alla discarica Sari, dunque, ci sono metalli pericolosi in quantità trenta volte superiori ai limiti di legge e sostanze fortemente cancerogene. Nella relazione del chimico Michele Moscariello, perito nominato dal Comune di Boscoreale, è scritto: "Nonostante i risultati delle analisi dell'Arpac e dell'Asia abbiano evidenziato il superamento dei limiti di legge di molti parametri, tra cui quelli relativi a metalli pericolosi, e la presenza di sostanze fortemente cancerogene, appare grave e incomprensibile che non siano state adottate le procedure previste". Una relazione che i sindaci di Terzigno e Boscoreale, Domenico Auricchio e Gennaro Langella, porteranno in Procura.
Situazione al collasso anche a Napoli dove oggi sono di nuovo millequattrocento le tonnellate di immondizia nelle strade. Con la chiusura di Taverna del Re a Giugliano, dove sono state stoccate diecimila tonnellate, c'è il rischio concreto di tornare tra domani e domenica alla situazione di una settimana fa. Chiusa Taverna del Re, è saturo anche l'impianto di trattamento di Tufino ed è vicina allo stop la stessa struttura di Caivano. Resta a disposizione di Napoli, dunque, solo la discarica cittadina di Chiaiano che ingoia ogni notte settecento delle milleduecento tonnellate di rifiuti prodotte. Da qui il rischio di vedere rapidamente moltiplicate le montagne di immondizia nelle strade con un deficit di 500 tonnellate al giorno.
Servirebbe un miracolo, ma il sindaco Rosa Russo Iervolino alza le mani: "Gli unici miracoli in cui credo sono quelli di San Gennaro". E infatti il miracolo non arriva. Non solo dalle altre regioni, ultima la Puglia, che non vogliono i rifiuti di Napoli, ma anche dalle province come Avellino e Caserta, che hanno bocciato la richiesta di accogliere ogni notte duecento tonnellate di frazione umida. A Napoli le montagne di immondizia hanno ripreso a lievitare e la protesta cresce con lo stesso ritmo dalla periferia al centro. Dove in via Medina Ugo Cilento, titolare di uno dei negozi di abbigliamento maschile più antichi della città, ha le vetrine con stoffe britanniche totalmente oscurate dai rifiuti.

(12 novembre 2010)

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