Giovedi 11 Novembre 2010 ore 13:20
Le analisi su cava Sari, le falde acquifere risultano inquinatePubblicati i risultati delle analisi effettuate il 29 ottobre scorso sui tre pozzi spia situati all´interno della discarica Sari. La relazione è firmata dal dott. Michele Moscariello, iscritto all´ordine dei chimici della Campania, incaricato dai comuni di Boscoreale e Terzigno di condurre gli accertamenti su eventuali presenze di agenti inquinanti nelle falde sottostanti la discarica ubicata nel Parco Nazionale del Vesuvio. "In tutti i pozzi esaminati - scrive il dott. Moscariello - si ha il superamento dei limiti sia per i fluoruri che per il manganese, mentre nei pozzi a valle si rileva anche il superamento del limite per il ferro. Tali valori e le concentrazioni rilevate, sono tipicamente caratteristici di acque sotterranee di origine vulcanica". Fin qui, dunque, nulla di anomalo. Tuttavia, "anomala è invece la presenza di zinco, nichel, alluminio e boro - scrive ancora l´esperto - nei pozzi a valle". Ad essere particolarmente significativa è la concentrazione di zinco, definita elevatissima, in uno dei pozzi sottoposti ad esame. Contrariamente, a monte, i valori risultano essere normali se non addirittura al di sotto di quelli stabiliti dalla legge. "Tali valori sono congruenti - afferma il dott. Moscariello - anche con i risultati delle analisi svolte dall´ASIA da novembre 2009 a settembre 2010 e dall´ARPAC". Rilevata, inoltre, la presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) nei pozzi a valle, con concentrazione di benzo(a)pirene superiore ai normali livelli.
In definitiva, "i dati relativi all´accertamento effettuato in data 29 ottobre 2010, nonché quelli pregressi svolti dall´ASIA - conclude il chimico - evidenziano una contaminazione della falda acquifera profonda". L´esperto sottolinea, però, che "la mancata acquisizione di controlli pregressi, necessari e dovuti circa lo stato di qualità preesistente della falda acquifera prima dell´apertura della discarica, non consente di formulare ipotesi precise sulla fonte della sua contaminazione", anche se le analisi condotte hanno mostrato comunque "il superamento di molti parametri e tra questi quelli di metalli pericolosi e di sostanze fortemente cancerogene. Appare grave - sottolinea Moscariello - ed incomprensibile che non siano state adottate dall´ASIA e dagli organi preposti al controllo (Commissariato di Governo e Arpac, ndr) tutte le procedure operative previste dall´art. 242 del D. Leg.vo 152/2006. Sono state adottate scelte - conclude - non solo in deroga alle normative vigenti, ma volte anche a compromettere in maniera irreversibile tutta un´area protetta".
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