Napoli, 4 Ottobre 2010,
Festa di San Francesco D’Assisi,
il Cantore del Creato.
E’ stata questa la settimana che ha fatto esplodere la grande bugia sui rifiuti a Napoli. Nel Luglio 2008 Berlusconi annunciava in TV che la tragedia della “monnezza” in Campania era risolta. In questa settimana la “monnezza” per strada (Napoli e provincia), e la ribellione della gente di Terzigno e Boscoreale contro le discariche nel Parco Nazionale del Vesuvio hanno sgonfiato il “pallone” mediatico. Nell’anno diciassettesimo dal primo commissariamento, dobbiamo ammettere che siamo in piena crisi rifiuti.
Ho vissuto in prima persona questa drammatica settimana che ha visto i paesi vesuviani ribellarsi all’imposizione di un’altra discarica nel loro territorio, la Cava Vitiello, che potrebbe contenere 15 milioni di tonnellate di rifiuti. E questo nel Parco Nazionale del Vesuvio! La stessa Unione Europea ha giudicato questo “un’aberrazione”.
Nel pomeriggio di Domenica 25 Settembre sono stato a Boscoreale (adiacente alla discarica), per portare la mia/nostra solidarietà alla popolazione che la notte precedente era stata picchiata a sangue dalla polizia e al sindaco che faceva lo sciopero della fame. Quella resistenza civile e pacifica si era scontrata con le forze dell’ordine che avevano manganellato i manifestanti inermi, con le mani alzate. A queste persone umiliate e ferite sono arrivate come balsamo le parole del vescovo De Palma di Nola (NA): “La chiesa è solidale con le migliaia di persone che in questi giorni giustamente protestano per difendere la loro terra e la propria vita. Tale protesta è sacrosanta e non è nel modo più assoluto influenzata o originata da presenza camorristica. Dire che dietro la protesta c’è la camorra è solo creare un alibi per nascondere le carenze o le inadempienze delle istituzioni”.
A notte fonda, ci siamo incamminati con tanta gente verso la rotonda di via Panoramica, dove i cittadini dei paesi vesuviani (Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno) hanno allestito un presidio. Ci ha accompagnati, in questo tragitto, un odore nauseabondo, di discarica, che mi ha fatto ricordare la “puzza” insostenibile della discarica Di Korogocho (Nairobi-Kenya)! E’ una “puzza” che avvolge tutti i paesi vesuviani e fa vomitare la gente. In prossimità della discarica, ad accoglierci ci sono i poliziotti anti-sommossa, armati fino ai denti. Il confronto con i poliziotti diventa serrato. C’è chi urla, chi piange, chi chiede spiegazioni, chi insulta. “Caricatemi – urla una donna che fronteggia la polizia. Sono qui per essere caricata! Lotto per la vita dei miei 6 figli e 4 nipoti. Voglio che vivano, non che muoiano! Sono stata operata di cancro (mostra la ferita!), non mi importa della mia vita, voglio che i miei figli e nipoti vivano. Caricatemi!”
Sui volti delle persone leggo la rabbia, la disperazione, l’impotenza.
Verso mezzanotte, un amico mi sussurra all’orecchio: “Ti aspettano a Terzigno, andiamo!” Ci rimettiamo in macchina. E la “puzza” diventa nostra compagna di viaggio! Com’è possibile – mi chiedo – che siamo ancora alle prese con il problema dei rifiuti? Non era già stato tutto risolto dal Governo Berlusconi, due anni fa? Purtroppo in questo paese la menzogna diventa verità! Davvero la Menzogna regna sovrana! La verità è un’altra! La Campania è diventata da venti anni lo sversatoio nazionale dei rifiuti tossici , per un accordo criminale fra industria del Centro-Nord e la camorra. La criminalità organizzata ha fatto il lavoro sporco di seppellire i rifiuti tossici nel Triangolo della morte, nelle Terre dei fuochi e nel Casertano. I Rifiuti tossici producono diossine che bombardano soprattutto le donne incinte e i neonati: le conseguenze sono tumori, leucemie, malformazioni.
Recentemente la Procura di S. Maria Capua Vetere (Caserta) ha affermato che in quella zona c’è un 80% in più di tumori sulla media nazionale. Al disastro dei rifiuti tossici, dobbiamo aggiungere il disastro ecologico dei rifiuti ordinari, che deve essere riconosciuto come crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. E’ stata la vittoria dei potentati economico-finanziari che hanno costretto la politica a scegliere la strada delle discariche e dell’incenerimento. La migliore espressione di tutto questo è il Decreto 90 (2008) del governo Berlusconi che impone alla Campania, con la forza militare, 12 megadiscariche e 4 inceneritori. Se i 4 inceneritori entreranno mai in funzione, la Campania dovrà importare rifiuti dal resto d’Italia per farli funzionare. (Per la verità c’è finora un solo inceneritore, quello di Acerra, che potrebbe bruciare 600.000 tonnellate l’anno, ma solo una delle tre linee di lavoro funziona). Le nuove amministrazioni provinciali (Cesaro) e regionali (Caldoro), confermano il bando per i due inceneritori di Napoli Est e di Salerno, ma se ne prevedono ancora un paio: uno a Giugliano, dedicato alle famose ecoballe (7 milioni di tonnellate accatastate alla Taverna del Re!) e un altro a S. Maria La Fossa. Sappiamo che anche gli inceneritori producono diossine e nanoparticelle e questo in un territorio già minato dai rifiuti tossici. E’ chiaro che non si vuole la raccolta differenziata (è una scelta politica!), perché se venisse fatta seriamente (al 70%) non ci sarebbe bisogno degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare, con il divieto di resistenza o dissenso, pena la prigione.
Arrivati a Terzigno, sono in tanti all’una di notte a dire no alla nuova discarica , a rivelare la verità delle cose contro la menzogna di O’ Sistema. Chiedo a tutti di unirsi a tutte le altre comunità di resistenza. Come Chiaiano , dove da anni uno zoccolo duro sta resistendo a quella discarica nel cuore di Napoli, a 800 metri dal polo ospedaliero della città. E’ una resistenza incredibile quella di Chiaiano che non ha mai accettato quella ferita mortale inflitta al suo territorio. Altrettanto incredibile è l’inventività dei paesi vesuviani, in particolare delle donne.
Il 26 settembre le “donne vulcaniche” (così si definiscono) di Boscoreale occupano i tre istituti superiori della cittadina. Lo stesso giorno i sindaci dei Comuni Vesuviani, dopo l’incontro con il presidente della provincia Cesaro, gli dicono: “Noi sindaci restiamo e dormiamo qui, siamo in occupazione”. Un’occupazione che durerà fino al giorno seguente quando i sindaci ricevono la promessa di un tavolo previsto per il 30 settembre con Caldoro e Cesaro. “Non siamo disposti – diranno i sindaci – a svendere la nostra salute”.
Il 30 settembre Giornata di lutto cittadino nei quattro Comuni. Saracinesche abbassate, scuole deserte, uffici pubblici chiusi e manifesti funebri ai muri: gesto simbolico per la morte del Parco Nazionale del Vesuvio.
Il 1 ottobre una grande marcia da Terzigno per arrivare alla discarica di Boscoreale. Una marcia di solidarietà con questo popolo abbandonato e umiliato. Basta con un Sistema che schiaccia e uccide. Marcio anch’io nel cuore della notte, con tanti resistenti da Chiaiano, Pianura, Napoli… E’ solo unendoci insieme che vinceremo.
Il 3 ottobre le “mamme vulcaniche” accompagnate dai Sindaci sono partite alle sei del mattino a piedi, per recarsi al Santuario di Pompei per la Supplica alla Madonna. E’ stato il Vescovo di Pompei, C. Liberati, a ricevere quelle mamme bravissime: “Le mamme sono preoccupate – grida il Vescovo – perché non vogliono vedere contaminati l’ambiente e l’acqua”.
E continuiamo così a camminare senza stancarci, con queste comunità impegnate a difendere la vita. Ed è questo il posto giusto dove restare, a fianco di tanti fratelli e sorelle impegnate contro un sistema di morte.
“Essere a favore della vita o della morte. Ogni giorno vedo con più chiarezza che è questa l’opzione da seguire – amava dire Romero camminando con il suo popolo. In ciò non esiste neutralità possibile. O serviamo la vita o siamo complici della morte di molti esseri umani. Qui si rivela qual è la nostra fede: o crediamo nel Dio della vita o usiamo il nome di Dio servendo i carnefici di morte”.
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