domenica 3 ottobre 2010

Interpellanza urgente dell'onorevole Luisa Bossa alla Ministra Prestigiacomo sulla Cava Vitiello

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

- premesso che:

è riesplosa a Napoli e nella sua area metropolitana l'emergenza rifiuti;
nel centro storico di Napoli la raccolta dei rifiuti è stata ferma per alcuni giorni, lasciando a marcire nelle strade fino a seicento tonnellate di spazzatura;
tale situazione determina un livello di forte allarme sociale, sia dal punto di vista igienico-sanitario, sia dal punto di vista della situazione economico-turistica;
la situazione esplosa a Napoli è solo l'anticipo di una nuova emergenza che potrebbe scoppiare a breve anche nel resto del territorio dell'area metropolitana, visto che l'equilibrio su cui si regge il ciclo dei rifiuti in Campania è estremamente fragile;
dalla chiusura, con decreto del Governo, dell'emergenza rifiuti in Campania non sono stati fatti i passi che si ritenevano necessari per portare la situazione ad un livello di gestione ordinaria; nello specifico:
a) la raccolta differenziata resta ben lontana dall'obiettivo minimo del 40 per cento. Nella città di Napoli non si supera il 15 per cento; in molti centri della provincia di Napoli non è proprio partita o si è attestata su livelli minimi;
b) i numerosi termodistruttori, di cui il Presidente del Consiglio dei ministri, in una conferenza stampa a Napoli, un anno fa, aveva promesso la costruzione, sono rimasti sulla carta;
c) l'unico termodistruttore in funzione, quello di Acerra, inaugurato nel 2010, è in tilt: dovrebbe bruciare 2000 tonnellate di immondizia al giorno. Adesso non va oltre quota 500. Due forni su tre sono saltati; secondo la Partenope ambiente, la controllata del gruppo A2a, che gestisce il termovalorizzatore, per rimettere in sesto l'impianto occorreranno non meno di 11 milioni di euro;
d) su tutto il territorio della regione Campania non sono stati attivati impianti di compostaggio; i pochi comuni della Campania che nella differenziata raccolgono l'umido spendono 200 euro a tonnellata affinché sia trattato fuori regione;
non essendo decollato il ciclo completo dei rifiuti, con differenziata, compostaggio, termodistruzione, l'unica via di smaltimento restano ancora le discariche;
se il ciclo ordinario dei rifiuti fosse almeno partito, ad oggi, nella peggiore delle ipotesi, anche con percentuali minime, si avrebbero non più di duemila tonnellate di spazzatura al giorno da smaltire in discarica, a fronte delle 5100 tonnellate di rifiuti al giorno;
gli invasi di Terzigno e di Chiaiano, le discariche attualmente attive a Napoli e provincia, sono ovviamente in via di esaurimento. Lo sversatoio di Cava Sari nel Parco nazionale del Vesuvio a Terzigno dovrebbe esaurirsi tra gennaio e febbraio 2011; la discarica di Chiaiano, invece, dovrebbe esaurirsi nell'ottobre 2011;
a causa dell'evidente fallimento della programmazione effettuata dal Governo in sede di chiusura della gestione straordinaria, si va, con l'esaurimento delle due discariche, verso una nuova e drammatica emergenza rifiuti;
per scongiurare questa ipotesi si parla insistentemente di allargamento della discarica di Terzigno, con l'uso di Cava Vitiello, e dell'ampliamento della discarica di Chiaiano, con l'uso di altre cave attigue;
tale soluzione appare come uno schiaffo a popolazioni già gravemente provate dal disagio di ospitare nei loro luoghi (aree di pregio e centri abitati, come il Parco del Vesuvio di Terzigno e il Parco delle Colline di Chiaiano) degli invasi ad alto impatto e che si vedono costretti a pagare un nuovo e devastante prezzo, a causa dell'incapacità delle autorità nazionali e locali di dare seguito ai loro annunci roboanti di dare esecuzione ai loro piani annunciati in conferenza stampa, di dare gambe e fiato a progetti esibiti come miracoli e rivelatisi scatole vuote -

- Per sapere :

come intenda il Governo affrontare la crisi rifiuti a Napoli e provincia, sia rispetto all'emergenza riesplosa in questi giorni sia in previsione di nuove situazioni di crisi che potrebbero determinarsi nei prossimi mesi, a causa del mancato decollo del ciclo ordinario dei rifiuti e del contestuale esaurimento delle discariche, evitando che il peso dell'emergenza mai risolta si scarichi di nuovo su popolazioni e territori come quelli di Terzigno e Chiaiano, già provate duramente da impianti ad altissimo impatto ambientale.

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