lunedì 1 novembre 2010

Sinite parvulos venire ad me… DI FRANCESCO PAOLO ORESTE

Per alcuni 24, per altri 48 ore e, finalmente, la crisi dei rifiuti si risolverà.

Niente di peggio dell’attesa del peggio, e nell’attesa del meglio?

In attesa della soluzione trepido impaziente affidandomi a Fede e dogmi:

Lui non mente, Lui ama la vita, e le belle donne, Lui ama ogni creatura che respira, anche quelle appena sbocciate e quelle che dovranno sbocciare, Lui non lascerà morire di puzza e rifiuti la sua Bella Napoli.

Mi affaccio dal balcone e vedo i cumuli che continuano a crescere con infedele e tracotante determinazione, sono ubrotici, sono la tisis che si abbatte su un intero ghenos, sono le colpe dei padri che ricadono sui figli, sono sacchetti pieni di chiacchiere, bugie, cambiali, sono una sentenza di condanna, terzo grado, nessun appello, colpevoli.

Guardo il cumulo, l’orologio, il calendario e il dubbio fa vacillare le mie certezze.

“Il dubbio è un meticcio che incontri per strada e comincia a seguirti…” (Autocitazione)

Gli uomini di Fede conoscono il dubbio ma sanno come esorcizzarlo, spengo il cervello, accendo la tv, metto il mio canale/rete preferito, e mi lascio massaggiare i pensieri cattivi da qualche culo, un po’ di offese a quello scrittore che si è inventato un sistema fatto di connivenze e connessioni politico-camorristiche che aumenterebbero i miei dubbi, una lode di Lui, una lode del Lodo, una panoramica della bella Montecarlo e i miei dubbi non ci sono più.

Il meticcio è scappato via atterrito.

Eppure stavolta sarebbe davvero un miracolo da 100 punti, soprattutto atteso che il suo massaggero alato è parso un po’ più incriccato del solito.

Tanta boria, qualche sorrisetto tra il nervoso e lo stupefatto, qualche battuta tra il razzista e lo stupefatto, stupefacenti giri di parole, giri di giostra, e, gira e rigira, sempre il solito chiodo fisso: buchi grandi, buchi piccoli, boogie-boogie …

Forse è questa la nostra sfortuna, essere piccoli insignificanti figli di questi grandi buchi, la nostra Kunda, un immenso cratere e, sotto di esso, immensi buchi, pieni di muffa, camorra, politica, rifiuti, e domande.

La loro fortuna è invece quella di essere grandi figli di piccoli buchi.

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