lunedì 8 novembre 2010

ULTIME DA TERZIGNO. IN ATTESA DEL RISPETTO DEI PATTI - DA IL MEDIANO

Una calma apparente regna alle falde del Vesuvio. In questa settimana si attende un definitivo pronunciamento da parte del consiglio dei ministri. Il timore è che la questione discariche venga dimenticata, a scapito della propria salute.

Secondo i media nazionali un’igienica calma sembra calata sul napoletano. I rissosi partenopei ormai non occupano più con le loro facce da lazzaroni incalliti e rubicondi, sdentati e sgrammaticati, le prime pagine dei quotidiani nazionali o i servizi d’apertura delle testate televisive. Anche le redivive montagne di spazzatura che accoglievano (e accolgono tutt’ora!) i turisti sono sfumate nell’iridescenza dei nostri telegiornali che tra pedofilia istituzionale e morbosità da cronaca nera, affilano le loro armi di distrazione di massa.
E in effetti, ieri, quasi nessuno dei quotidiani nazionali (il Mattino dell’edizione napoletana ne dava cenno a pagina 37), menzionava lo slittamento della chiusura definitiva di cava Vitiello.
I presidi di Terzigno e Giugliano fanno notizia solo se sfociano nella violenza o negli atti eclatanti dei manifestanti, purtroppo però, solo grazie alla guerriglia urbana delle scorse settimane, i cittadini sono riusciti a mostrare alla nazione e al mondo intero l’incongruenza della politica italiana.
Intanto i camion ritornano a sversare nella SARI tra molti dubbi sul futuro di cava Vitiello e le incertezze della reale provenienza dei rifiuti, qualcuno sostiene infatti che la stessa spazzatura di Napoli continui a raggiungere la discarica attraverso una deviazione via Torre del Greco, raggiungendo poi Terzigno sotto mentite spoglie. Voci certo ma lo stallo nel quale sembra trovarsi il governo non fa altro che foraggiare ogni tipo di ipotesi e di timore.
La situazione persevera in una calma apparente, di attesa, le scaramucce sono oramai soltanto verbali tra i comitati anti-discarica e i sindaci dei comuni interessati, che professano un trionfale ottimismo, enfatizzando il loro personale apporto al successo di una lotta in verità non ancora conclusa.
Si noti che i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase, tardivi paladini della protesta, fecero mancare il loro parere alla conferenza dei servizi del 3 ottobre 2008 facendo valere il silenzio assenso in favore dell’apertura delle due discariche terzignesi.
In questa situazione, a detta di molti, è mancata anche la presenza attiva di un Ente Parco, interessato in prima persona alla questione e che si sarebbe voluto in maniera tangibile al proprio fianco.
L’humus dell’incertezza è certo stato preparato ad arte, creando una situazione che sembra molto simile a quella che si registrò durante la crisi del 2008, quella che pose le basi per la rivincita elettorale del cavaliere. Solo che ora, regione e provincia sono nelle mani del centro-destra e c’è un decreto legge, promulgato dallo stesso governo che impone loro, in particolar modo alla giunta Cesaro, di gestire la questione rifiuti (art. 11 D.L. 30 dicembre 2009, n°195).
Orbene, l’unico risultato ottenuto da questa assurda tattica governativa, è stato quello di ricordarci che faccia aveva il presidente della provincia di Napoli.

Inoltre, la mossa dissuasiva di puntare il dito contro una Iervolino che di colpa grave ha solo una voce quequera e la rima baciata col cognome del famigerato Bassolino, sfuma davanti alle menzogne di governo e commissariato. Si ricordi, che l’ex presidente della regione è stato anch’egli commissario governativo, come l’osannato e reiterato Bertolaso. Soprattutto non si dimentichi l’aggettivo governativo, più volte sottaciuto per le logiche implicazioni che l’azione dei commissari straordinari rinviavano al loro mittente romano.
Napoli ha comunque una raccolta differenziata insufficiente anche se va considerata la peculiare situazione geografica e demografica ma sembra comunque essere in buona compagnia con i grandi capoluoghi di regione e le nordiche province d’Italia, che non raggiungono il 50% di raccolta differenziata previsto all’art. 205 del D.Lgs n. 152/2006 (Milano 37%, Torino 42,3%, Venezia 44,7%, Verona 33,1%, Firenze 36%, Bologna33,1%. Roma a noi più vicina col 19,5%, Napoli al 19%, ma Catania e Palermo rispettivamente al 5,5 e il 6,3% - fonti ISTAT).
Non si capisce poi il perché il presidente della regione Caldoro abbia deciso di dirottare, la scorsa estate, i rifiuti della discarica de Lo Uttaro (provincia di Caserta) nell’ormai prossima alla saturazione SARI di Terzigno. Che pensasse anche lui alle vicine elezioni comunali a Napoli?
Tutto sommato a noi questa situazione è sembrata un boomerang per l’esecutivo, anche perché, a parte la pax mediatica e superbertolaso, la spazzatura è tutta là, per strada, in tutta la sua magnificenza visiva e olfattiva. E sembra che anche il superuomo dal golfino d’ordinanza abbia dato forfait davanti a cotanto impegno e magari anche a causa delle sue improvvide esternazioni. Sembra soprattutto che la gente sia stufa delle solite frottole, delle favole e dei semplici proclami.
La chiusura definitiva della Vitiello è stata procrastinata alla prossima settimana e ci si chiede il perché, vista la manifesta intenzione di chiuderla assieme alle altre due di Valle della Masseria e di Andretta. A chiederselo sono soprattutto i rissosi manifestanti dei presidi di Terzigno e Boscoreale, sì, perché ci sono ancora e stanno ancora là ad aspettare un atto di responsabilità, tra l’altro promesso, dal governo e dalle istituzioni.
Loro, i lazzari, gli sporchi, brutti e cattivi, quelli antropologicamente tarati, sono ancora lì e attendono, e sembra che anche le frange estreme lo stiano facendo ma ancora per quanto?
Intanto intorno al Vesuvio la notte è costellata di tetri fuochi che cercano di offuscare le nostre vergogne ma la puzza è ancora lì presente e insinuante più che mai.
Autore: Ciro Teodonno

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