Sono passati 30 anni dal barbaro omicidio di Mimmo Beneventano. Il 7 novembre 1980 il medico chirurgo e consigliere comunale di Ottaviano fu assassinato sotto la sua abitazione perché aveva osato sfidare gli intrecci che legavano la camorra e la politica locale.
La Fondazione Mimmo Beneventano, in collaborazione con la Fondazione Polis, il Comune di Ottaviano, l'associazione Libera e Legambiente, celebra il trentennale della morte di Mimmo Beneventano con una tre giorni che ha avuto inizio ieri nella sede di Fondazione Polis (Via De Cesare 28), con una conferenza stampa di presentazione delle iniziative in programma.
Oggi, presso il Palazzo Mediceo di Ottaviano, avrà luogo un incontro/dibattito con le scuole e sarà presentato il volume «Al di là della notte. Storie di vittime innocenti di criminalità», scritto da Raffaele Sardo e curato dalla Fondazione Polis. La scelta della location non è casuale: la Fondazione Polis vuole coniugare il ricordo delle vittime con l'aggressione e la riqualificazione dei patrimoni della camorra, e per farlo ha scelto un bene confiscato al boss Raffaele Cutolo.
Nel pomeriggio, a Sasso di Castalda (Pz), presso il Teatro Comunale, in collaborazione con Legambiente Basilicata, il Comune di Sasso di Castalda e Libera, la Fondazione Mimmo Beneventano, presieduta dalla sorella Rosalba, procederà alla cerimonia di consegna del Premio Nazionale Mimmo Beneventano ad amministratori comunali, giornalisti e magistrati che si sono distinti per il loro impegno contro la criminalità organizzata.
Domenica 7 novembre, nel giorno in cui ricorre il trentennale, ci sarà una fiaccolata per le strade di Ottaviano e un concerto in piazza Municipio.
Grande partecipazione di soggetti, Enti ed Associazioni e soprattutto scuole, dichiara Rosalba Beneventano, fanno ben sperare per il futuro. Per questa 3 giorni si sono mobilitati centinaia di volontari che hanno promosso nelle scuole iniziative di sensibilizzazione nelle giornate precedenti oppure hanno diffuso materiali in ricordo di Mimmo: quotidiani, libri, una mostra, un sito web e nel prossimo futuro anche strutture dove focalizzare e mettere a punto nuove iniziative. La collaborazione avviata sia ad Ottaviano sia a Sasso di Castalda, conclude la dott.ssa Beneventano, con le rispettive istituzioni locali e con Legambiente, darà sicuramente i suoi frutti. Già si pensa ad un premio internazionale di poesia nelle scuole, una mostra itinerante su Ambiente e Legalità che viaggerà nelle scuole della Campania e Basilicata, in quei territori tanto cari a Mimmo. Il viaggio è appena iniziato.
NOTE BIOGRAFICHE SU MIMMO
Nasce l’11 luglio del 1948 a Petina (Salerno), un paesino ai piedi dei monti Alburni. Le origini sono lucane; il padre, guardia forestale, è di Sasso di Castalda (PZ), la mamma di Polla (Salerno). Sono le esigenze lavorative del padre che prima lo portano in provincia di Salerno, a Teggiano, e poi, dal 1961 al 1964, a Giffoni Valle Piana. Dal 1964, la famiglia Beneventano si trasferisce ad Ottaviano, in provincia di Napoli, dove Mimmo, dopo essersi laureato in medicina e specializzato in chirurgia, svolge la professione medica e l’attività di chirurgo presso l’ospedale S. Gennaro di Napoli. Si deve alla sua generosità, al suo altruismo e al suo non poter vivere ignorando la sofferenza degli altri, l’impegno nelle organizzazioni cattoliche col solo
scopo di portare sollievo a chi ne ha bisogno.
Nei momenti importanti sarà sempre presente, sarà nel Belice a soccorrere i terremotati o a Firenze a salvare il patrimonio artistico, minacciato dall’alluvione.
Ma tutto questo non basta. Sente l’esigenza di doversi caratterizzare in modo inequivocabile, di dare un segnale, per così dire, definitivo, quasi a lasciar capire che da qui non si torna indietro: ed è proprio qui che troviamo la spiegazione della sua iscrizione al Partito Comunista Italiano. Egli è riferimento importante per la gente, e la sua candidatura a consigliere comunale nelle liste del P. C. I., nel maggio del 1975, ad Ottaviano sarà inevitabile, come la valanga di preferenze che raccolse allora e alle successive elezioni del giugno del 1980.
Nonostante ciò, avvertiva anche un forte il senso di appartenenza, sentendosi profondamente legato a quello che lui definiva il suo Paese - Sasso di Castalda - , dove, contemporaneamente, nel 1975, Mimmo sarà eletto consigliere comunale.
Ma Sasso rappresentava per Lui il naturale rifugio, un luogo che gli infondeva serenità, dove si sentiva sicuro, fra gente leale, e al riparo da tormenti e da veleni: il cielo di Sasso, nelle notti di agosto, lo incantava talmente da sentirsi quasi al cospetto di Dio.
Ma ecco che un giorno, il 7 novembre 1980, la sua vita generosa e ricca fu stroncata barbaramente in un agguato camorristico ad Ottaviano, in quella strada che oggi porta il suo nome mentre, di primo mattino e abitualmente, si recava in ospedale per il suo lavoro. Nel 1989, sulla scorta delle battaglie ambientaliste in difesa del territorio vesuviano nasceva ad Ottaviano un circolo di Legambiente a lui intitolato. E poi una sezione di partito. Ed infine, nel 1998, finalmente il nome di Mimmo si legava ad un istituzione; il primo circolo didattico di Ottaviano cambiava denominazione in Direzione didattica “Mimmo Beneventano”.
Il comune di Giffoni Valle Piana nel 1992 gli intitolerà una via cittadina , così come il Comune di Pomigliano D’arco e sant’Anastasia in provincia di Napoli, mentre il Comune di Sasso di Castalda intitoleranno a lui una piazza, una sede di partito e l’Aula del Consiglio Comunale.
È trascorso più di un quarto di secolo da quel giorno, ma la sua voce la udiamo ancora: determinata, forte nel richiamo alle responsabilità, precisa nelle accuse circostanziate e frutto di analisi attenta e lucida.
La sua voce dovette sembrare intollerabile a chi della violenza aveva fatto la propria legge e non temeva di eliminare chiunque potesse ostacolare la sua strada.
Non era un eroe, ma lo diventò, trovandosi a vivere in un territorio insidioso in un momento in cui il confine fra politica, affari e camorra era diventato sempre più labile. Era, dunque, un eroe che con le uniche armi dell’intelligenza, dell’intuito, della ragione e del cuore sfidò l’arroganza della camorra e dei politici corrotti, mettendo in seria difficoltà i loro piani criminali.
Pertanto, onorarne la memoria significa tener vivi i valori eterni della solidarietà e della legalità .
Nessun commento:
Posta un commento